Parole-chiave: “lavoro di squadra” e “vicinanza”
Tashi si è ritrovato ancora una volta in un ospedale. È la sua quarta visita nella battaglia contro un tumore maligno al fegato solo che, questa volta, il direttore del dipartimento di chirurgia epatobiliare e pancreatica nonché medico della provincia di Anhui nella Cina orientale – il dottor Wu Wei – ha detto: “Ecco un’opportunità cruciale”.
Dopo la diagnosi del 2019, Tashi aveva dovuto viaggiare molto tra la Regione e diverse altre province e sottoporsi a numerosi interventi. Ma, due anni fa, è emersa una nuova possibilità: quella di essere curato vicino a casa, presso l’ospedale locale di Shannan (o Lhoka, casa del Palazzo Yumbulakhar nella Valle Yarlung). Così, il dottor Wu e il medico Jampa Tenzin hanno eseguito il complesso intervento chirurgico e, dopo più di sei ore, Tashi ha potuto cominciare la ripresa: “Ricevere cure vicino a casa ha ridotto le spese e ha reso più facile per la mia famiglia prendersi cura di me”.
La sua è parte di una storia più ampia, di progresso medico e di vicinanza. “Le nostre capacità terapeutiche sono continuamente migliorate, per il beneficio di sempre più persone a livello locale”, racconta il dottor Jampa Tenzin. E questo, come testimoniato dal dottor Wu, anche grazie al supporto fondamentale del team di assistenza medica dell’Anhui: “Per nove anni consecutivi, abbiamo avuto l’aiuto di nove medici esperti associati”. “Lo sviluppo del dipartimento non può essere separato dal supporto a lungo termine della squadra. Abbiamo perciò inviato dei vice-primari esperti, per sostenere i reparti di chirurgia epatobiliare e pancreatica dell’ospedale di Shannan”.
L’esperienza di Tashi non è dunque unica: negli ultimi anni, la capacità di trattamento locale è stata continuamente migliorata e un numero crescente di residenti dell’Altopiano ora beneficia di cure mediche a casa propria. Più di 4.300 operatori sanitari provenienti da ospedali assistiti hanno ricevuto la formazione necessaria in regioni con risorse mediche avanzate, e l’iniziativa ha favorito uno scambio di talenti e competenze che ha rafforzato le capacità mediche nella Regione.
Un esempio notevole di questa collaborazione è quello tra il Peking Union Medical College Hospital (Beijing Xiehe Hospital) e l’Ospedale popolare della Regione Tibet-Xizang. Il primo ha inviato due gruppi di 24 medici mentre il secondo ha ricambiato inviando due gruppi di 24 membri del proprio personale per l’addestramento presso il primo. Dal 2015, il programma nazionale cinese sostenuto dalla Commissione sanitaria nazionale ha inviato squadre di personale clinico e formativo per consolidare l’assistenza sanitaria della popolazione tibetana, facendo sì che sempre più persone possano accedere alle cure. Con l’avvio del lavoro di squadra, i medici locali hanno potuto svolgere un ruolo trainante e, attraverso la costante formazione, perfezionarsi e specializzarsi.
“Quando sono arrivata a Lhasa per la prima volta, le attrezzature mediche erano relativamente arretrate e il personale era insufficiente: nel corso degli anni abbiamo assistito a miglioramenti significativi”, racconta la dottoressa Gu Hong. Che si è recata sull’Altopiano più di 10 volte per organizzare lo screening di decine di migliaia di bambini e salvare oltre 200 pazienti tibetani con malattie cardiache congenite. Nel 2006, un gruppo di pazienti tibetani era arrivato al dipartimento di cardiologia pediatrica dell’ospedale Anzhen di Pechino e, tra loro, c’era un padre che aveva portato sua figlia dalla dottoressa Gu. “Si ricorda di lei? Era molto malata e lei le ha salvato la vita”. Sei mesi prima, un’équipe medica di Pechino aveva effettuato uno screening per malattie cardiache congenite presso l’Ospedale della Regione autonoma, dove una bambina immobilizzata e gravemente malata era stata portata dentro con un carro. La dottoressa aveva fatto rapidamente un esame, diagnosticando una malattia cardiaca congenita, insufficienza cardiaca e polmonite, e aveva fornito immediatamente i farmaci necessari: prima che l’équipe medica lasciasse Lhasa, la situazione della bambina era già migliorata. Sei mesi dopo, la giovane paziente era in grado di recarsi a Pechino per completare le terapie. Dovendo affrontare anche un tumore all’ipofisi scoperto dalla dottoressa Gu e risolto attraverso un intervento chirurgico di successo, che ha dato alla ragazza di nome Ngodrup Wangmo una nuova prospettiva di vita.