TIBET ED ECONOMIA: UNO SGUARDO PIU’ DA VICINO

Quella di Yushu è una prefettura autonoma nella parte meridionale della provincia del Qinghai, nella Repubblica Popolare Cinese, che si estende nella parte centro-orientale dell’altopiano del Tibet. Poco più piccola della Gran Bretagna, copre un’area approssimativamente di 2000 chilometri quadrati ed è caratterizzata da un clima alpino e da una natura stepposa, con rilievi montuosi attraverso cui scorrono i fiumi Mekong e Yangtze, e i loro affluenti. La superficie coltivata corrisponde, secondo i dati del 2004, a meno dello 0,1% della sua superficie totale, anche perché le temperature oscillano facilmente fra i -4,3°C e i +5,2°C, con inverni rigidi ed estati miti, mentre le precipitazioni variano fra i 380 e i 600 millimetri. Sono quindi frequenti anche le nevicate. La popolazione è calcolata, secondo i dati del 2013, in 395mila unità.

Il capoluogo è Yushu Shi, mentre il centro urbano più popoloso, Gyegu Zhen, è stato gravemente colpito dal terremoto del 2010 e successivamente ricostruito: la sua popolazione ammontava, nel 2010, a 80-90mila unità. In totale sono undici le città della prefettura, a cui si devono assommare 35 comunità rurali. Dei 255 villaggi della prefettura, ben 178 sono classificati come ad economia pastorale.

Fino ai tardi Anni ’90 la pastorizia ha rappresentato, nella prefettura di Yushu, il settore economico e produttivo largamente prevalente, con un ritorno al nomadismo dopo la dissoluzione delle produzioni collettivizzate negli Anni ’80. Nel 2005, secondo i dati ufficiali, il 68,3% della popolazione di Yushu era ancora classificata come dedita alla pastorizia, mentre il 16,5% si occupava di agricoltura ed il 15,2% di attività non rurali. Tuttavia l’economia della prefettura stava già attraversando dei profondi cambiamenti.

Già dal 2009, infatti, risultavano essere almeno cinque le fonti di sostentamento dell’economia di Yushu: la produzione pastorale, il commercio e la raccolta dello Yartsagunbu, l’impresa privata, il lavoro salariato militare e diversi meccanismi di sostegno economico statale. Soprattutto l’impresa privata conosceva un forte aumento, pari al 15%. Ciò ha portato ad una diversificazione degli stili di vita nella realtà rurale di Yushu, come diretto riflesso della diversificazione economica e produttiva.

Fin dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, l’economia pastorale di Yushu ha subito diverse fasi evolutive: cooperativismo e collettivismo, dagli Anni ’70 fino ai tardi Anni ’70, “rinomadizzazione” fra gli Anni ’80 e i tardi Anni ’90, ed infine l’attuale processo di trasformazione economica guidato dallo Stato.

Dal punto di vista dei livelli di vita, la tradizionale economia pastorale basata sull’allevamento dello yak ha conosciuto un costante declino sin dagli Anni ’90, per via dell’interazione di numerosi fattori: prima di tutto, dagli Anni ’60 ad oggi, la popolazione rurale è più che triplicata, con una netta diminuzione dei capi di bestiame pro capite, dai 52 del 1989 ai 25 del 2005. Poi ci sono state abbondanti e frequenti nevicate ed altri fattori climatici che hanno peggiorato le condizioni per esercitare la pastorizia. Quindi la crescente integrazione dell’economia cinese col resto del mondo ha portato ad un netto calo della produzione di lana nella prefettura, a causa della concorrenza di quella australiana. Si è così posta la necessità di avviare nuove forme di produzione e di sostentamento economico.

Ciò non toglie tuttavia che la pastorizia continui ancora a fornire, a molti abitanti di Yushu, un importante sostegno, anche per via dei prodotti ad essa collegati. Anche se questo settore appare ormai in declino, a causa della concorrenza di altre e più moderne forme di produzione e di industria, una larga percentuale degli abitanti di Yushu continuerà dunque a praticarla anche in futuro.