Le recenti feste si sono dimostrate un ottimo periodo per gli affari di Dibu, mercante nepalese che lavora a Burang, contea del Tibet che ha un confine di 400 Km col Nepal da un lato e con l’India dall’altro
Burang rappresenta la terza generazione della propria famiglia che commercia con la contea di Burang, unico accesso di commercio estero per la Prefettura di Ngari; egli ha lavorato in questo modo fin da quando aveva 19 anni, adesso ne ha 54.
L’inverno si avvicina e Dibu é affaccendato a rifornirsi di beni prima che le nevicate interrompano il passo e la strada che usa per tornare a casa. Le merci cinesi sono molto richieste in Nepal e gli permetteranno di accumulare una notevole cifra prima della fine dell’anno.
“Riesco a mettere da parte dai 300mila ai 400mila yuan (circa 40-60mila euro) all’anno, non riuscirei a realizzare un simile ricavo lavorando solo in Nepal”, dichiara. Il reddito pro capite in Nepal è di circa 700 euro l’anno; coi suoi guadagni Dibu é un nepalese decisamente abbiente.
Il ‘porto montano’ di Burang sta diventando un polo commerciale sempre più importante man mano che la Repubblica Popolare Cinese mette in moto le iniziative per la Nuova Via della Seta.
Il PIL della Regione Autonoma del Tibet é cresciuto costantemente negli ultimi tre anni; negli ultimi sei mesi la crescita é arrivata “a due cifre”, aumentando del 10,8 per cento rispetto alla prima metà del 2017.
Investimenti e consumi sono aumentati vertiginosamente
La Dogana locale conferma che il commercio estero del Tibet é aumentato del 22 per cento rispetto al 2016, con un interscambio (largamente favorevole alla Cina) di circa 4 miliardi e 700 milioni di yuan nei primi 9 mesi del 2017. Di questi, oltre 3 miliardi di yuan sono stati realizzati nel commercio con Nepal e India.
La rapida crescita é stata dovuta soprattutto a un clima favorevole per il commercio, alla creazione di una cintura economica Himalayana e di un corridoio di scambi Bangladesh-Cina-India-Myanmar.
Un corridoio commerciale Sino-Nepalese é in corso di creazione
La Nuova Via della Seta sta aprendo sempre più opportunità di crescita e sviluppo per le regioni di confine, inoltre essa, nella più piena realizzazione della filosofia della Crescita Condivisa, aiuta il Nepal con una serie di investimenti infrastrutturali per strade, centrali elettriche, ponti e parchi industriali, che aiuteranno a rafforzare il commercio tra Cina e Sud-Est dell’Asia, di cui il Tibet diventerà, letteralmente, la porta di accesso. Le imprese tibetane useranno questa opportunità come ‘trampolino’ per internazionalizzarsi e accedere ai mercati esteri.
Lo scorso settembre la “Libo Construction” ha iniziato insieme ad altre compagnie cinesi a costruire una centrale elettrica in Etiopia, diventando così la prima impresa tibetana a proporsi sul mercato africano. Prossimamente altre dieci imprese tibetane la seguiranno e si può supporre che nei prossimi anni molte altre le seguiranno.