I GHIACCI PERENNI DELL’EVEREST

  • by Redazione
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  • 30 Gen 2018
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Andiamo oggi tra le alte vette del Monte Everest, il vero imperatore delle montagne e vera sfida per ogni alpinista e scalatore. Nello specifico conosciamo i tre grandi ghiacciai che da questo meraviglioso massiccio montuoso, si stagliano alti, dominando il panorama circostante.

Il ghiacciaio Khumbu si trova nella regione di Khumbu nel nord-est del Nepal. Esso è situato nella parte finale del percorso che porta al campo base dell’Everest. L’inizio effettivo del ghiacciaio si trova nella cosiddetta valle del silenzio dell’Everest. La cascata Khumbu è sul versante sud del monte Everest ed il ghiacciaio è posizionato tra il Monte Everest e la cresta del LhotseNuptse.

Il ghiacciaio Kangshung o ghiacciaio di Kangshung è un ghiacciaio situato in Himalaya, a est del monte Everest, in territorio tibetano, nella Repubblica Popolare Cinese. Con il ghiacciaio Khumbu a sud-ovest ed il ghiacciaio Rongbuk a nord costituisce una delle tre principali masse glaciali della montagna.

Il ghiacciaio Kangshung ha origine dalla parete est dell’Everest ed è alimentato da una serie di lingue che scendono a formare un corpo principale,la cui lunghezza raggiunge i 17 km, per terminare a 4560 m di altitudine.Dal ghiacciaio nasce il fiume Kama, che scorre verso est, in Tibet, per poi affluire nell’Arun; quest’ultimo corso d’acqua scava il suo percorso attraverso l’Himalaya ad est del massiccio del Makalu ed entra in territorio nepalese.

Ma il re delle nevi perenni sul Tetto del Mondo è il ghiacciaio Rongbuk o ghiacciaio di Rongbuk. Questo è composto da tre diverse lingue glaciali, una centrale e due laterali, ad est e ad ovest del corpo principale, che confluiscono in essa. Le prime due lingue hanno il loro punto d’origine sull’Everest. Il ghiacciaio scorre verso nord, formando la testata della valle di Rongbuk e presentando il suo fronte più avanzato a poca distanza dal monastero buddhista che domina la valle.

Il braccio orientale del ghiacciaio ha la sua testata sul Colle Nord (7020 m), dove presenta una parete di quasi 400 m, con un’inclinazione che può variare dai 50° ai 70°. Dopo avere aggirato il Changtse, ricevendone i ghiacci, compie una curva verso ovest per confluire nel corpo principale. Il ghiacciaio centrale e quello occidentale, molto più coesi, insieme arrivano a una lunghezza di 22 km; il primo ha il suo apice al Lho La, il punto più basso della cresta occidentale dell’Everest, mentre le cime del Pumori e del Lingtren separano nella sua parte superiore la lingua occidentale dal corpo principale.

L’alpinista britannico George Mallory fu il primo ad esplorare la lingua centrale e quella occidentale del ghiacciaio mentre cercava una via di salita alla vetta nel corso della spedizione del 1921.

Fu invece il topografo Edward Wheeler, componente della stessa spedizione, che effettuando una serie di rilievi dalla valle di Kharta riuscì a notare la confluenza tra la lingua orientale e il corpo centrale, fornendo la chiave per la salita alla vetta attraverso il Colle Nord. Qualche settimana dopo, Mallory, Bullock e lo stesso Wheeler scavalcarono il passo di Lhakpa Laper scendere al ghiacciaio Rongbuk orientale, e di qui riuscirono a raggiungere il Colle Nord, non riuscendo però a proseguire oltre.

La via trovata durante la prima spedizione è ancora quella più percorsa dagli alpinisti provenienti dal Tibet; l’itinerario prevede la salita dalla valle di Rongbuk attraverso il ghiacciaio orientale fino al Colle Nord, e di qui alla cima per la cresta nord-est.