Quando si parla di turismo nel Tibet, si pensa all’esplorazione della Natura, della Cultura e della Spiritualità dell’Altopiano. Ma c’è anche un’altra dimensione da scoprire, che ha a che fare con la vita passata e presente su queste terre: quella dello Sport. Da guardare, celebrare o vivere – assieme ai colori, alle danze e ai canti che spesso accompagnano quello tradizionale oppure in mezzo a eventi ormai internazionali. Una dimensione che sta richiamando sempre più visitatori ma anche sempre più partecipanti, impazienti di mettersi alla prova. Con, a volte, risultati eccezionali.
È il 2021 quando sui giornali del mondo appare la foto di Choeyang Kyi – la prima atleta tibetana a competere alle Olimpiadi. In quel momento a Londra, dove la ventunenne arriva terza nella gara femminile dei venti chilometri di marcia. Dieci anni dopo, la Regione conta oltre 380 medaglie vinte nelle gare internazionali, più di 8mila impianti sportivi, migliaia di eventi locali e quasi un milione di persone (circa un terzo della popolazione) che pratica regolarmente. Anche perché più di 20 sport tradizionali sono stati aggiunti alla lista del patrimonio culturale immateriale mentre altri (come il tiro alla fune, il wrestling tibetano, il sollevamento dei pesi ma anche gli scacchi) sono stati inseriti come eventi negli incontri sportivi.
In parallelo, l’attenzione va anche agli sport invernali – perché l’Altopiano è il luogo ideale nel quale allenarsi, soprattutto se si ha “il gene d’alta quota” ereditato dai Denisoviani e una innata resistenza al freddo. A gennaio 2022, lo snowboardista Yongqing Lamu e lo sciatore di fondo Ciren Zhandui sono i primi atleti tibetani a qualificarsi per delle Olimpiadi invernali e, ora, gli atleti dell’Altopiano si preparano per l’edizione italiana 2026, che vedrà l’esordio dello sci-alpinismo tra le discipline olimpiche. Senza dimenticare nel frattempo il ciclismo, che nel 2023 vola a oltre 4mila metri sul mare grazie a 100 atleti di 17 squadre professioniste di tutto il mondo nella gara trans-himalayana. E neanche Choeyang Kyi che – per via di una doppia squalifica per doping e della riassegnazione delle medaglie 2021 nella marcia femminile – a ottobre dello stesso anno sostituisce il suo bronzo con un oro olimpico e lo aggiunge a un altro, appena vinto ai Giochi asiatici di Hangzhou.
Nel 2024, gli appassionati di football americano in giro per il web scoprono la storia di Kelsang Lhundrup – membro dell’unica squadra tibetana amatoriale di questa disciplina, che da Lhasa sta cominciando a confrontarsi con i team e i campionati nei dintorni. E i nostri amici e lettori condividono la notizia dei primi Giochi contadini e pastorali di Lhasa, che celebrano molti degli sport tradizionali.
Tiro con l’arco, da fermi o da cavallo, con frecce che fischiano mentre attraversano l’aria. Gare sugli Yak o a cavallo senza sella. Wrestling, una volta usato per risolvere i conflitti tra le tribù, e prove di forza fisica. Compreso il trasporto di rocce, risalente ai tempi di Songtsen Gampo e uno dei 9 sport che ogni uomo tibetano doveva imparare nella vita. Infine, equitazione “con raccolta” – che misura la bravura nel prendere oggetti da terra (spesso sciarpe cerimoniali) durante la cavalcata. Tutte capacità richieste dalla vita ai piedi dell’Himalaya e oggi arricchite da maratone, gare di atletica leggera, ciclismo, football americano e persino basket. Quest’ultimo giocato negli ultimi anni anche dai monaci, che lo definiscono “un’esperienza sensoriale genuinamente meditativa”. Così apprezzata da creare un campionato a oltre 5mila metri sul mare.
Aggiungiamo il turismo sportivo ai nostri viaggi sull’Altopiano: potrebbe rivelarsi un’esperienza indimenticabile…