Il Tibet è una terra affascinante, ricca di spiritualità, storia e cultura. Da sempre questo scrigno di mondo ha protetto la sua identità, ma oggi il Tibet è sempre più accessibile. E’ una terra aperta e pronta ad accogliervi. Pronti per un viaggio in 10 foto di questa terra magica?
1. I cavalli tibetani
Animale fiero e libero, più volte rappresentato nell’arte tibetana. Stiamo parlando del cavallo, una realtà culturale che sopravvive alla modernità ed è ben radicato nell’immaginario collettivo all’interno dei confini tibetani. L’antica via del “tè e dei cavalli”, passava proprio per la capitale Lhasa, fulcro del passaggio dei commerci tra la Cina imperiale e l’India. Ancora oggi vi sono festival dove i nomadi tibetani danno sfoggio della loro abilità di cavalieri.
2. Qui campo base!
Negli ultimi anni, da quando il Tibet si è aperto al turismo, oltre 20 mila scalatori si sono avventurati alla conquista del tetto del mondo. Nel tempo le autorità locali hanno dato il permesso ad avventurieri provenienti da oltre 40 paesi nel mondo, di scalare ben 46 montagne, tra cui il mastodontico Monte Qomolangma, noto anche come Monte Everest. Secondo i dati ufficiali dell’associazione responsabile della salvaguardia delle montagne sopra i 5.500 metri in Tibet, Lhasa ha ricevuto più di 20.000 alpinisti da 40 paesi e regioni, tra cui Germania, Francia, Italia e Corea.
3. Wild Tibet
Nonostante il Tibet possa sembrare una terra selvaggia ed inospitale, essa presenta in realtà un panorama di flora e fauna tra i più variegati al mondo. Nonostante l’arrivo dell’uomo abbia messo a repentaglio questo ecosistema, le recenti leggi a tutela ambientale hanno permesso una netta inversione di rotta. Ad esempio animali selvatici come il leopardo delle nevi, l’antilope tibetana o la “gru dal collo bianco” sono tornati a ripopolare l’altopiano.
4. La Religione come musa artistica
Come sappiamo il buddhismo non è una religione unitaria. Nel tempo sono nate diverse scuole che hanno seguito percorsi dottrinalmente diversi. Ad esempio quello fiorino nel sud-est asiatico e nella regione himalayana sono diametralmente diversi da quelli perseguiti nell’Asia orientale. Questo è stato in gran parte il risultato dei testi utilizzati da ogni regione.
Prendendo in esame la Cina, il Buddhismo tibetano, anche chiamato lamaista, altro non è che una delle tante scuole del “Grande Veicolo” nate all’interno della lunga e millenaria storia del Paese di Mezzo. Se nella Cina centrale i monaci tradussero la maggior parte dei testi attorno a singoli sutra, come il Sutra del Loto, i monaci dell’Altopiano Tibetano, fecero uso in particolare del corpus di testi buddhisti indiani e basarono il loro buddhismo sugli shastra.
Il Buddhismo tibetano ha introdotto stili artistici unici in varie arti buddiste sin dai suoi primi passi nell’Altopiano. Questa unicità degli stili ha reso l’arte buddista tibetana famosa in tutto il mondo ed ha influenzato l’intera arte cinese e dei territori circostanti.
5. Il teatro tibetano
Il teatro tibetano è un’arte drammatica generale di grande fascino che presenta storie nella forma di canti e danze folcloristici. Chiamato “Ajilamu” in lingua tibetana, parola che letteralmente significa “sorella immortale”, viene anche soprannominato ”Lamu”. ll teatro tibetano, nonostante i suoi temi siano di origine religiosa e mitica, ha una funzione puramente ricreativa e molte sono le opere divenute celebri non solo nelle montagne dell’Altopiano, ma anche fuori dai confini del Tibet. Rappresentazioni come “La Principessa Wencheng”, o ”Il Principe Nuosang” sono ormai diventate dei classici per le loro armoniose melodie, i costumi colorati e le maschere misteriose.
6. Lo Yak, il fedele compagno delle escursioni!
Tibet. Cosa ci viene in mente quando sentiamo per la prima volta questa parola? Nella maggior parte di noi la sola evoca immagini di monaci, meditazioni, cime montuose, cieli blu, toghe rosse e molto altro. Ma in realtà, il Tibet è molto più di questo. Questo paradiso, noto come il tetto del mondo, una enigmatica, ma sorprendente area di mondo, che riposa in un altopiano a nord dell’Himalaya. Ed è un luogo desiderato per molti stranieri. Ma c’è un animale che si erge a simbolo del Tibet: lo yak. Un animale straordinario, ma sconosciuto ai più.
Perché gli yak tibetani possono lavorare in altopiano senza problemi? Gli yak hanno tre volte più globuli rossi rispetto ai bovini normali. Ciò consente loro di vivere senza ostacoli sulle praterie ad alta quota del Tibet. La lunga e folta pelliccia isola i loro corpi dalle temperature invernali che possono arrivare a -30 gradi, se non di più. La maggior parte degli yak sono neri, spiegando perché la radiazione di calore dei corpi può fornire una mano superiore. Tuttavia, non è raro vedere quelli bianchi o grigi soprattutto sulle praterie dell’Amdo settentrionale (la moderna provincia del Qinghai). Una curiosità? Il numero di yak in Tibet è più grande della popolazione dei tibetani stessi. L’intero Tibet ha una popolazione di oltre 260 milioni di abitanti, mentre il numero di yak è superiore a 300 milioni.
7. Una cucina per tutti i palati
Nonostante le alte latitudini, nel tempo, non hanno permesso la nascita di una ricca e variegata produzione agricola, la cucina Tibetana è fortemente influenzata dai paesi vicini come India, Pakistan, Cina e Nepal, ma è meno saporita, più leggera e meno varia rispetto alle aree sopracitate. Uno dei motivi, come dicevamo, è soprattutto la scarsa produzione di materie prime in quanto il territorio non solo non è bagnato dal mare, ma è quasi tutto composto da montagne sopra i 4000 mt. Un altro motivo è il credo religioso: in questo territorio sono professate tre fedi religiose: il Buddismo, l’Islam e l’Induismo.
La dieta quotidiana è quindi basata su pasti semplici e frugali, composti da cereali e carne, mentre le verdure non si trovano facilmente e sono solitamente importate da altre aree della Cina. Molto importanti sono anche i latticini come formaggio, burro e yogurt ottenuti dal latte di yak. Poco conosciuta al di fuori dei confini Tibetani, molto aprezzata è la thenthuk, una pasta servita sotto forma di noodles o “tagliatelle”, si trova cucinata con verdure o carne, cosi’ come i momo, golosi ravioli ripieni cotti al vapore.
L’elemento che non manca mai è la Tsampa, farina di miglio tostata impastata con acqua e zucchero, che viene mangiata ad ogni ora, spesso accompagnata da un ricco tè salato al burro di yak. L’alimento base della popolazione tibetana è infatti l’orzo, l’unico cereale che può crescere in condizioni estreme di altitudine e siccità.
8. Musica per lo spirito
Passato e modernità. Questa l’essenza della musica tibetana nel nuovo millennio. Nonostante la famosa chiusura dell’altopiano, ai giorni d’oggi la musica dello Xizang presenta numerose influenze che vanno dal rock occidentale fino al k-pop coreano. Un viaggio di suoni che ha reso un prodotto unico ed interessante. Il popolo tibetano si rifà ad una cultura musicale popolare estremamente forte, oltre ad essere ben rappresentato anche nella musica pop cinese (mandopop). I cantanti di etnia tibetana sono particolarmente rinomati per le loro ampie abilità vocali, spesso attribuite alla provenienza dalle grandi altitudini dell’altopiano tibetano.
9. I Tangka dai mille colori
Appeso nei Gompa, i classici templi buddisti disseminati sul territorio tibetano, o portato in processione dai Lama, il Tangka, ovvero lo stendardo Buddhista famoso in tutto il mondo, è un’arte che impressiona per la sua bellezza.
Ma vediamo più da vicino questa testimonianza artistica unica nei confini tibetani. Letteralmente nella lingua tibetana il termina tangka viene utilizzato per indicare una “cosa che si srotola”, ma nel linguaggio comune oramai traduce l’arte del ricamo o della pittura a colori su rotoli di tessuto o carta. Ecco quindi che il tangka viene ad assumere il senso di un’arte pittorica piena di caratteristiche culturali proprie dell’etnia tibetana.
10. Gentilezza e spiritualità
La cultura, le usanze e la tradizione del Tibet sono un esempio per il mondo, dato che l’Altopiano viene universalmente riconosciuto come uno dei posti più autentici ancora esistenti.
Si ritiene che i tibetani siano le persone più cortesi al mondo. Usano sempre un linguaggio estremamente educato mentre si rivolgono agli anziani, alle persone con uno status sociale più elevato o anche alle persone della stessa età o alle stesse statue divinatorie. Hanno la pratica di aggiungere “La” dopo il nome delle persone che chiamano per mostrare il loro rispetto. Allo stesso modo, hanno la tradizione di dare “Khata”, una sciarpa che simboleggia la buona volontà e la compassione per i loro ospiti. Il Khata è considerato un dono altamente versatile, che viene presentato in qualsiasi celebrazione tra cui matrimoni, compleanni, lauree e molto altro. Questa cultura unica rende le persone tibetane più amichevoli e accoglienti.
Che si tratti di spettacoli di danza popolare tradizionale o di arte, la cultura tibetana è semplicemente incredibile e unica. La sua ricca e unica cultura si riflette attraverso l’architettura artistica, i vestiti, le cerimonie tradizionali e la vita quotidiana dei tibetani. In effetti, il Tibet è il simbolo della tolleranza e armonia comunitaria dell’’esistenza pacifica che rende la loro cultura così ricca e significativa.