LA MONTAGNA MAGICA ED IL MISTERO DELLA PIRAMIDE

  • by Redazione
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  • 27 Apr 2021
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In Tibet, ogni vetta è contornata da fantastiche leggende che accendono l’immaginazione di milioni di persone. Tra loro il Monte Kailash è forse la più incredibile per la sua unicità. Questa enorme e massiccia roccia le cui nevi perenni brillano sotto al sole come un gioiello, attira ogni anno migliaia di pellegrini in cerca di quel senso assoluto di bellezza e spiritualità. Situato intorno a quattro lunghi fiumi Kailash rimane un luogo molto sacro e un grande deposito di conoscenza mistica e tale è la sua sacralità che fino ad oggi nessuno ha mai osato salire i suoi 6700 metri. Ma oggi vogliamo raccontarvi un’altra storia, che unisce scienza e paranormale.

ERNST MULDASHEV ED IL MISTERO DELLA “PIRAMIDE”

 

Tante sono le storie che circondano il Monte Kailash, il cui nome significa “prezioso gioiello di eterna neve”. Secondo antiche credenze, questa montagna rappresenterebbe l’asse del mondo o la scala verso il paradiso, mentre alcune fonti antiche dicono che è qui che possiamo trovare la misteriosa città degli dei. Si dice che un singolo viaggio intorno alla montagna completando le prostrazioni di tutto il corpo cancellerà tutti i peccati della propria vita attuale. Indubbiamente rimane un luogo avvolto nel mistero e nella leggenda e persino nei tempi moderni la montagna ha sempre fatto parlare di se. In ultimo uno studio condotto nel 1999 dal russo Ernst Muldashev ha fatto nascere il cosiddetto “mistero della piramide”.

Il Kailash colpisce per la sua perfetta forma squadrata. Lo scienziato russo, anche rifacendosi a numerosi studi pregressi sulla materia e testi sacri, suggerì che la sommità del Monte sia in realtà una gigantesca piramide creata dall’uomo fin dai tempi antichi. Osservando bene, si nota come i lati della montagna siano sorprendentemente perpendicolari e cadono a picco per centinaia di metri. Le linee divisorie si mostrano chiare e distinte, il che conferisce all’intera montagna l’impressione di essere stata costruita da mani giganti.

Una delle teorie di Muldashev è che il Monte Kailash sarebbe il cuore di un intero complesso di cento piramidi più piccole sparse sul territorio senza contare che questo complesso potrebbe essere stato il centro di un sistema mondiale che collega altri monumenti o siti in cui sono stati osservati fenomeni miracolosi e paranormali come le piramidi di Giza and Teotihuacan.

 

LO SCHERNO DELLA COMUNITA’ SCIENTIFICA

 

Muldashev raccolse i suoi studi della sua spedizione nel libro ‘Where Do We Come From?’. Lo scienziato russo così scrive: “Nel silenzio della notte, c’erano spesso strani rantoli nel ventre della montagna. Una notte sia io che i miei colleghi abbiamo sentito distintamente il rumore di una pietra che cadeva che senza dubbio proveniva dall’interno (della montagna).”

“Nei testi tibetani”, continua Muldashev “è scritto che il Shambhala è un luogo spirituale che si trova nel nord-ovest del Kailash. È difficile per me discutere questo argomento da un punto di vista scientifico. Ma posso affermare abbastanza positivamente che il complesso del Kailash è direttamente correlato alla vita sulla Terra, e quando abbiamo realizzato una mappa schematica della Città degli dei, composta da piramidi e specchi di pietra, siamo rimasti molto sorpresi: lo schema era simile a la struttura spaziale delle molecole di DNA. ”

Muldashev suggerì altresì che alcuni esseri vivessero all’interno della piramide. Sicuramente la comunità scientifica non accolse gli studi dello scienziato russo con favore. Anzi, Muldashev fu anche oggetto di scherno. “Ad ogni buon conto le sue teorie sono state sicuramente fantasiose dato che è impossibile ritenere che migliaia di anni fa ci furono uomini che armati di scalpelli e picconi scolpirono una montagna alta oltre 6.000m”, ha chiosato Mohan Bhatt, uno dei più grandi studiosi di Sanscrito e testi sacri indiani al mondo. “Sicuramente il Ramayana si riferisce anche alla montagna sacra come a una piramide così come ci sono anche riferimenti alla montagna nei Veda”, ha affermato Mohan Bhatt, “ma gli studi di Muldashev non hanno oggettivamente senso”.