LA VALLE DI GAMA: UN’AFFASCINANTE ESCURSIONE

LA VALLE DI GAMA: UN’AFFASCINANTE ESCURSIONE, Mirabile Tibet


Un’esperienza indimenticabile, in una delle cinque valli riconosciute come “essenza del paesaggio” che caratterizza la maestosa catena dell’Himalaya. Anche perché, a differenza delle altre quattro, la Valle di Gama nel Tibet – la più bella del mondo – non ha strade moderne asfaltate. Così, gli amanti dell’avventura devono attraversare con le loro forze i suoi 55 km ad altitudini che vanno dai 2.100 a oltre 5.000 metri per godersi il paesaggio mozzafiato delle montagne innevate, dei ruscelli serpeggianti e della ricca fauna selvatica. Ma anche, in una giornata limpida, la vista delle vette più celebri – come il Qomolangma (il nome tibetano per l’Everest), di 8.848 metri.

L’anno scorso, solo duemila persone hanno affrontato questa impegnativa escursione ma, se il tempo è meno clemente o è poco, si può sempre percorrere una piccola parte. Con un viaggio che inizia a circa 3.600 metri sul livello del mare e su sentieri naturali ricoperti di rocce. Lungo i ruscelli incontaminati che scorrono dalla montagna, prati alpini e arbusti che fiancheggiano il centro della valle assieme alle azalee locali. Molto rare e con fiori eccezionalmente belli, che le guide locali proteggono anche dall’entusiasmo dei turisti che vorrebbero coglierle.

Mentre che si scala la montagna, calpestando rocce ricoperte di muschio verde, l’acqua dei ruscelli inzuppa le scarpe e si cammina appoggiandosi alle racchette da trekking. Ad altitudini fino a 4.200 metri ci si deve fermare spesso per riprendere fiato nell’aria, così rarefatta da dover a volte togliere la maschera antivento per trovare sollievo. Man mano che l’altitudine aumenta, la neve sul terreno raggiunge prima le caviglie, poi metà polpacci. E si supera un laghetto di montagna con acqua così limpida da poter vedere le nuvole riflesse. Quando il Sole emerge, la magnifica vista dissipa la stanchezza e, al suono delle campane degli Yak che trasportano i bagagli, la (ri)trovata tranquillità interiore fa completamente dimenticare la neve nelle scarpe.

Ogni passo aiuta a capire perché la Valle di Gama sia così impegnativa per gli escursionisti. Lungo il percorso, ci sono anche sentieri stretti nel fango o nella neve, e la paura di scivolare lungo il ripido pendio fa tremare le gambe. E, poi, il tempo – del tutto imprevedibile. Che può significare neve improvvisa da un cielo fino a un attimo prima ancora limpido: la sensazione che gli occhi si stiano congelando, stanchezza e fiatone, ma anche il desiderio di proseguire verso uno scenario a dir poco splendido.

Per gli abitanti dei villaggi locali, portare gli Yak su per la montagna per trasportare i bagagli degli escursionisti è diventato un modo per migliorare la propria vita e, allo stesso tempo, prendersi cura dell’ambiente. Parliamo di persone come Tashi, il cacciatore diventato ranger, o come Dondrup – che ha iniziato a lavorare nella Valle di Gama con suo fratello nel 2018, durante una vacanza universitaria. E che, dopo essersi laureato nel 2023, è tornato nel villaggio natale e ha avviato un’attività che fornisce questi servizi, mentre suo fratello è un ranger della Riserva naturale nazionale di Qomolangma dove si trova la Valle. Che viene pattugliata tre o quattro volte al mese per prevenire danni alla flora e alla fauna ma anche contrastare eventuali attività minerarie illegali. Inoltre, per ridurre le emissioni, la Riserva offre veicoli elettrici per trasportare i turisti al campo-base. Secondo il Libro Bianco pubblicato nel 2023, dal 2016 al 2022 sono stati creati in media ogni anno oltre 537mila posti di lavoro solo in questo ambito. Per un totale di 12,64 miliardi di yuan (1,78 miliardi di dollari), riconosciuti alle persone impegnate nella conservazione eco-ambientale.

Immaginate, dopo una notte nella tenda, la vista all’alba del Makalu dorato e coperto di neve: la quinta vetta più alta del mondo, baciata dal Sole. Le parole non potrebbero mai esprimere la bellezza di uno scenario così spettacolare. Perché, nonostante la fatica, il panorama mozzafiato rimarrà per sempre impresso nel cuore. Come le sorprese, dalle azalee alle impronte di artigli lasciati dalle Beccacce tibetane – una delle specie protette in una Regione che ha ottenuto una “doppia crescita” nella copertura della vegetazione delle foreste e delle praterie. E dove ci sono 1.072 specie di vertebrati selvatici, incluse 217 sotto protezione.

Un viaggio indimenticabile, che promette numerose sorprese e sfide affascinanti.