UNA PASSEGGIATA PER LA VIA “BARKHOR”

  • by michele
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  • 25 Mar 2017
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Continua il nostro viaggio nella storia e meraviglie dello Xizang. Oggi ci spingiamo fino  alla contea di Maizhokungaar la cui città capoluogo Gongkar nel 598 d.C. diede i natali al grande monarca Songtsen Gampo, trentatreesimo sovrano della dinastia Yarlung. La storia narra di Songtsen come colui che unificò il paese sconfiggendo tutti i signori della guerra locali fondando così il regno del Tibet che, di fatto, comprendeva tutte quelle aree in cui era parlato il tibetano. La storiografia ufficiale ci descrive Songtsen Gampo non solo come un monarca ambizioso fautore di una politica forte espansionistica. Infatti, una volta pacificate le regioni meridionali grazie anche ad una sapiente e lungimirante azione diplomatica, le armate al servizio della corona si mossero in direzione del Kashmir, Ladakh e Zanskar.

Ancora oggi in Tibet è possibile ammirare quanto Songtsen Gampo lasciò ai posteri. Egli non fu soltanto un grande conquistatore, ma anche un sapiente amministratore dello Stato e grande modernizzatore. Dopo aver trasferito la capitale da Yarlung a Lhasa, fu il primo ad introdurre la religione buddista nell’Altopiano nonché a favorirne la diffusione;  fece inoltre costruire il Jokhang, il primo tempio buddista lamaista in assoluto nonché il più importante di Lhasa, la prima destinazione dei turisti e dei fedeli che giungono nella capitale dello Xizang. Il tempio, ancora oggi magnifico, è circondato tutto intorno per circa un chilometro dalla colorata e vivace via Barkhor, la più antica di Lhasa.

Il Barkhor si compone di quattro strade che prendono a loro volta il nome dei quattro punti cardinali e rappresenta “de facto” il cuore commerciale più frequentato della città, un luogo magico in cui la gente vive ancora con i ritmi di una volta. I prodotti che possono essere acquistati abbracciano tutte le tipologie, da oggetti religiosi a tappeti, da coltelli a vestiti, da metalli preziosi, da spezie a tè. In questa zona si può anche gustare anche il famoso tè dolce di Lhasa, una miscela di zucchero, tè nero e latte. La robustezza del sapore, l’aroma caldo, la sua dolcezza, nonché i suoi contenuti nutrizionali, lo rendono non solo una bevanda diffusa nell’altopiano ma anche una parte integrante della cultura dello Xizang.

Come abbiamo avuto modo di affermare in varie occasioni, la tradizione dell’arte del tè sull’altopiano fu introdotta grazie al commercio con la Cina, tuttavia l’usanza del tè dolce, arricchito dalla fragranza del latte, non è qualcosa di autoctono, bensì una consuetudine proveniente dai paesi limitrofi. Ancora oggi la storiografia è divisa sull’origine di questa bevanda, alcuni ritengono che si tratti di una prosecuzione dell’abitudine propria dell’esercito invasore inglese (che acquisirono a loro volta l’arte del bere il tè con il latte in India); altri sostengono che il tè dolce sia stato portato a Lhasa durante il regno di Kangxi, sovrano della dinastia Qing, da alcuni rifugiati del Kashmir. Nella strada est del Barkhor si trova anche il più famoso e popolare negozio d’arte che espone e vende gli spettacolari Thangka tibetani, una delle espressioni artistiche più spettacolari del Tibet.