Il Yarlung Tsangpo Grand Canyon o Yarlung Zangbo Grand Canyon, lungo il fiume omonimo, è il canyon più profondo del mondo. Con i suoi oltre 500 chilometri è leggermente più lungo del Grand Canyon negli Stati Uniti.
Questo lungo canyon ha origine nei pressi del Monte Kailash e corre verso est per circa 1700 km, attraversando una parte settentrionale dell’Himalaya prima di entrare nella gola di Pei, in Tibet, vicino all’insediamento di Zhibe. Il canyon ha una lunghezza di circa 240 km, mentre la gola si piega intorno al monte Namcha Barwa e si fa strada attraverso la catena dell’Himalaya orientale.
Mentre il canyon passa tra le cime delle montagne Namcha Barwa (Namjabarwa) e Gyala Peri, questo raggiunge una profondità media di circa 5.000 m attorno a Namcha Barwa. La profondità media del canyon è di circa 2268 m ed il punto più buio arriva a circa 6.009 m. Questo è de facto il canyon più profondo sulla terra.
La gola ha un ecosistema unico con specie di animali e piante poco esplorate e influenzate dalla presenza dell’uomo. Il suo clima spazia dal subtropicale all’artico. Sarà difficile da credere, ma la temperatura più elevata in Tibet è di di circa 43° C ed è registrata proprio qui, vicino al confine dell’India a circa 600 metri sul livello del mare.
L’interesse occidentale per lo Tsangpo iniziò nel 19° secolo ad opera di esploratori e geografi britannici. Questi provarono ad esplorarlo attraverso la gola vicino a Gyala, ma il canyon si dimostrò impenetrabile. Nel 1913, Frederick Marshman Bailey e Henry Morshead lanciarono una spedizione nella gola, il tutto finalizzato a verificare se il Brahmaputra in territorio indiano fosse realmente la prosecuzione del fiume tibetano Tsangpo. Ed il duo di esploratori aveva ragione.
Più tardi Frank Kingdon-Ward iniziò una spedizione nel 1924 nella speranza di trovare una grande cascata che spiegasse la differenza di altitudine tra lo Tsangpo tibetano e il Brahmaputra indiano. E la missione si concluse con successo. Si scoprì infatti che la gola ha una serie di sezioni relativamente ripide che spiegano la grande differenza di altitudine tra i due bacini fluviali.
Negli ultimi anni la regione è stata aperta al turismo, divenendo uno dei luoghi più affascinanti del Tibet. Non solo amanti della montagna ed escursionisti, ma questa area di mondo è essai frequentata anche da molti kayakisti estremi. Il fiume che qui scorre è infatti considerato “l’Everest dei fiumi” a causa delle condizioni estreme cui gli sportivi devono affrontare. E purtroppo non sono mancate le scomparse e tragedie. Tuttavia questo non ha fatto desistere gli amanti di questo sport estremo.