Sapevate che il Tibet racchiude alcuni dei tesori UNESCO più interessanti al mondo? Il Tetto del Mondo è infatti un luogo ricco di storia e non è una sorpresa che la massima organizzazione delle Nazioni Unite per la conservazione dei patrimoni storici abbia deciso di iscrivere alcune alcune delle sue meraviglie architettoniche all’interno della sua World Heritage List. Il patrimonio culturale non è solo monumenti e collezioni di oggetti ma anche tutte le tradizioni vive trasmesse dai nostri antenati: espressioni orali, incluso il linguaggio, arti dello spettacolo, pratiche sociali, riti e feste, conoscenza e pratiche concernenti la natura e l’universo. artigianato tradizionale.
Questo patrimonio culturale è fondamentale oggi, non solo per il mantenimento della diversità culturale di fronte ad una sempre più pressante globalizzazione, ma è altresì importante per aiutare e promuovere quel naturale dialogo interculturale tra uomini che è la base di una sempre più bisognosa convivenza pacifica.
A partire dal 2016, il sito web dell’UNESCO elenca 1031 siti in tutto il mondo, tre dei quali si trovano a Lhasa! In realtà il Tibet ne annovera anche un quarto, ovvero il Parco Nazionale di Jiuzhaigou, ma questo rientra nella categoria dei patrimoni naturali. Presentiamo oggi tre dei quattro “tesori” tibetani iscritti dall’Unesco
IL PALAZZO ESTIVO DI NORBULINGKA
Situato sul confine occidentale di Lhasa, sulla riva del fiume Kyichu ad un solo un chilometro dal famoso Palazzo Potala, il Palazzo Norbulingka offre alcuni dei migliori paesaggi della regione. Distribuito su un’area di 360.000 metri quadrati, il Norbulingka è sempre stato la residenza estiva dei Lama. Ma il vero tesoro del Palazzo sono i suoi maestosi giardini. Non è infatti un caso che il nome di questo palazzo, Norbulingka, significa Tesoro o Parco ingioiellato in tibetano. Elencato dall’UNESCO come sito del patrimonio culturale mondiale nel 2001, il Norbulingka riflette una perfetta commistione di stili e culture. Tra le sue mura possiamo trovare riferimenti agli aspetti religiosi ed etnici delle tribù tibetane, ma anche alla Cina imperiale con la sua architettura impressionante. Ancora oggi nel Norbulingka è possibile ammirare più di 30.000 cimeli culturali che rappresentato un unicum della cultura tibetana.
Come ha fatto questo sito ad essere scelto come luogo dove erigere un palazzo d’estate? Ci troviamo durante la dinastia Qing (1644 – 1912) ed in passato, l’area era una collina brulla ricca di arbusti ed animali selvatici, ma era frequentemente visitata dal 7° Dalai Lama in estate. Alcuni documenti suggeriscono che il Dalai Lama abbia utilizzato le sorgenti calde della zona per curare i suoi problemi di salute. Il ministro imperiale della dinastia Qing ordinò quindi la costruzione di un palazzo-padiglione per il Dalai Lama come “buen ritiro” estivo.
Più tardi, all’incirca nel 1751, questa prima costruzione venne applicata in un vero e propio palazzo di tre piani chiamato Kelsang Potrang dove all’interno era possibile trovare una sala del Buddha, una sala riunioni, una sala di lettura, un tempio ed una camera da letto. Tuttavia i lavori di ingrandimento continuarono nel tempo. L’ottavo Dalai Lama aggiunse il Tempio del Re Drago, il Lake Heart Palace ed il padiglione con i giardini in stile Han, tutti lavori che continuarono fino ai primi anni del secolo scorso.
TEMPIO DI JOKHANG
Con i suoi quattro piani di altezza, distribuiti su un’area di circa 25.000 metri quadrati nel cuore di Lhasa, il tempio di Jokhang è una delle anime spirituali del Tibet. Il inconfondibile tetto d’oro illumina i cieli della capitale tibetana in una miscela esoterica di elementi culturali locali unici che ha anche influenze nepalesi, cinesi ed indiane.
Il girare delle ruote della preghiera, il mormorio dei mantra e le umili prostrazioni dei pellegrini devoti durante tutto l’anno, ma specialmente al Losar durante il Grande Festival della Preghiera, mostrano il reale attaccamento della popoplazione per questo centro spirituale del Tibet.
Distrutto due volte durante la sua storia, il Jokhang è una vera fenice che è risorta sempre più splendente che mai. Di qualche anno fa è infatti un incendio che ha distrutto alcune parti del tempio, ma il tempestivo arrivo delle forze antincendio locali hanno evitato il peggio ed ora, dopo un investimento milionario e due anni di restauri, il cuore spirituale dei tibetani è tornato ad accogliere pellegrini e turisti.
La costruzione dell’imponente tempio di Jokhang iniziò nel 647 d.C. dal famoso re Songtsen Gampo, il primo re del Tibet unificato durante la dinastia Tang. Per rafforzare i legami con il vicino Nepal, nel 630 d.C. sposò la principessa Bhrikuti, sorella del re nepalese. Nella sua dote, ella portò una statua di Akshobhya Buddha (o Mikyoba). Più tardi, nel 641 d.C., prese come seconda moglie la principessa Wencheng, imparentata con l’imperatore cinese Tang, che portò anche lei una statua, ma del Buddha Jowo Sakyamuni.
Per ospitare le due statue furono costruiti due templi sul lago Wothang: Il Tempio Ramoche (per contenere la statua di Jowo Sakyamuni) e più tardi il Rasa Trulnang Tsuglag Khang (per contenere la statua del Buddha Akshobhya). Tuttavia dopo la morte del re nel 649 d.C. la regina Wencheng decise di trasferire la statua di Jowo Sakyamuni in quelt’ultimo tempio e più tardi il “Rasa Temple” di Ramoche e la nascose nel tempio di Rasa Trulnang Tsuglag Khang durante l’invasione cinese. fu ribattezzato Jokhang, che significa appunto “Santuario del Jowo”. In origine il tempio era costituito da soli otto santuari. Ma in seguito fu rinnovato e ampliato durante la dinastia Yuan, la dinastia Ming e la dinastia Qing fino al massiccio monastero che è oggi.
PALAZZO DEL POTALA
Il mastodontico palazzo del Potala è forse il simbolo per eccellenza del Tibet. Le sue rosse pareti dominano ancora il paesaggio della capitale Lhasa. In qualità di patrimonio mondiale dell’UNESCO, questo straordinario complesso palazziale è visitato da migliaia di turisti ogni giorno. Lo stesso “Potala” deriva dal nome hindi di una montagna nell’India meridionale, mentre in sanscrito significa “La dimora del Buddha”.
Situato sul monte Rosso (Maburishan) sulla strada Beijingzhonglu di Lhasa, il Potala è il palazzo situato alla più alta altitudine del mondo e racchiude in sé l’essenza religiosa e storica tibetana. Con il suo edificio più alto che conta tredici piani, il Potala raggiunge un’altezza di 117 m e si divide tra il palazzo Rosso e il palazzo Bianco. Il primo comprende principalmente sale da preghiera e otto chorten (stupa tibetani) decorati con lamine d’oro e pietre preziose, in cui riposano i corpi imbalsamati di Dalai Lama di varie generazioni. Al contrario, nel Palazzo Bianco si trovano gli alloggi e l’amministrazione dell’intero complesso.
Il Potala è un museo unico al mondo ed un Tesoro artistico senza pari. Le sue mura racchiudono stupendi esempi di arte tibetana e reperti di alto valore come il sutra Bkar-vgyur (Buddha’s Feachings) scritto su Pattra dell’India; gli editti imperiali d’oro e i sigilli d’oro conferititi dagli imperatori della dinastia Qing. Meta di pellegrinaggio dei discepoli del buddhismo lamaista, il Potala è senza dubbio il cuore e l’immagine nel mondo della splendida Lhasa. La costruzione del palazzo iniziò nel 1643 e fu completata (solo la parte bianca dell’edificio) nel 1694 sotto il regno del 5° Dalai Lama e solo a partire dalla fine del XVIII secolo il Potala divenne de facto il cuore politico e religioso della regione.